Facciamo una piccola premessa informativa.

Cosa sono i dati qualitativi? 🧮

I dati qualitativi sono quelle informazioni non necessariamente numeriche o quantificabili che vengono raccolte e analizzate per comprendere aspetti soggettivi, opinioni, emozioni e motivazioni degli utenti.

Dall’analisi di questi dati possiamo avere una consapevolezza maggiore nei processi decisionali e del comportamento degli utenti e, combinandoli con i dati quantitativi (come quelli di GA4), contribuiscono a ottimizzare la qualità delle analisi e delle strategie di marketing oltre che di CXO.

⬇️ Di seguito, alcuni punti focali sui dati qualitativi:

  • Tipologia:
    I dati qualitativi comprendono testi, immagini, video, trascrizioni di interviste e molto altro. Spesso sono utilizzati per descrivere o raccontare qualcosa.
  • Come si raccolgono:
    Possiamo utilizzare interviste, focus group, osservazione di partecipanti volontari, eye tracking, sondaggi aperti o analisi del contenuto… Sotto questo aspetto non ci sono limiti al come si raccolgono.
  • Obiettivi:
    Ciò che ci interessa ottenere è capire il “perché” di determinati comportamenti. Ci aiutano a esplorare le motivazioni, le percezioni e le esperienze degli utenti.
  • Analisi:
    Spesso si cerca di codificare e categorizzare i dati qualitativi per identificare modelli, temi e tendenze da poter replicare su larga scala. Ma questo processo può variare a seconda delle necessità del cliente e/o del focus aziendale, non c’è una regola al riguardo.
  • Complementarità:
    È importante utilizzare i dati qualitativi insieme a quelli quantitativi. Questi ultimi sono basati su misurazioni puramente numeriche, che ci dicono il “quanto”, in questo modo possiamo ottenere una visione d’insieme decisamente più completa.
  • Applicazioni:
    Sono ampiamente utilizzati in moltissimi campi, come la ricerca sociale, la psicologia, il marketing, il design della UX e molto altro ancora. In questo articolo ci focalizzeremo sul comprendere come i nostri utenti navigano una pagina web leggendo e interpretando le heatmap.

Cosa sono le heatmap? 🎨

Le heatmap, o mappe di calore, sono rappresentazioni grafiche visive dell’interazione degli utenti con una pagina web (o una app). Ci forniscono una panoramica visuale del comportamento degli utenti, evidenziando quelle aree in cui si verifica una maggiore concentrazione di attenzione o dove ci sono numerosi click oppure rispetto alla profondità di scorrimento della pagina.

In sostanza, le heatmap risultano estremamente utili per valutare l’usabilità di un sito e quindi identificare eventuali problemi lato design con il fine di ottimizzare la user experience. 😎

Come abbiamo anticipato, esistono varie tipologie di heatmap, di seguito ne tratteremo tre e capiremo come leggerle e interpretarle:

  • heatmap dei click,
  • heatmap del mouse-move,
  • heatmap dello scroll.

Heatmap dei click 🖱️

La heatmap dei click fornisce una rappresentazione visuale delle aree di una pagina web in cui gli utenti fanno click con il mouse. Capiamo come leggerla:

  • Il colore delle aree indica quelle zone dove si verificano più o meno interazioni. Di solito quelle più calde sono in rosso/arancione, mentre quelle fredde sono in blu o verde.
  • I punti focali sono le zone di maggiore interesse e attività da parte degli utenti e potrebbero essere link, CTA o elementi interattivi come ad esempio degli slider.
  • Eventuali anomalie o pattern inattesi potrebbero essere evidenziati proprio grazie alle heatmap. Ad esempio, se un oggetto importante come una Call to Action ha pochi click, potrebbe essere necessario spostarlo in una posizione più evidente o accessibile per l’utente.

Heatmap del mouse-move ✈️

Analogamente alla mappa dei click, alcuni tool di analisi qualitativa possono offrire anche una heatmap in cui si mostra lo spostamento del cursore del mouse.

Qualcuno potrebbe pensare “Ok, ma lo spostamento del mouse non è poi così interessante, quello che mi interessa è il click!”

Vero! Ma ci sono degli aspetti da tenere in considerazione:

  • Le zone di maggiore interazione potrebbero corrispondere a elementi di interesse o di importanza per l’utente che, durante la fase di design, sono passati in secondo piano oppure di poca rilevanza per chi stava sviluppando. Non dimentichiamoci inoltre che alcuni elementi in-page possono presentare degli effetti al passaggio del mouse.
  • Nella heatmap si possono riconoscere eventuali pattern o flussi di attività. Ad esempio, si potrebbe notare che gli utenti seguono un particolare specifico percorso con il cursore del mouse prima di fare click su un link o una CTA. Si tratta di informazioni particolarmente rilevanti nel caso di campagne di digital advertising.
  • È anche possibile individuare un’area estremamente calda in un punto della pagina dove non ci si aspetta alcuna attività relativa al mouse. Questo è un segnale molto utile che può emergere da una consulenza web analytics, e diventa fondamentale approfondire la causa di questo comportamento anomalo e correre ai ripari intervenendo prontamente.

Heatmap dello scroll 🎢

Questo tipo di mappa mostra quanto gli utenti hanno scorso la pagina verso il basso. Ci aiuta a capire se le informazioni che vorremmo arrivassero agli utenti effettivamente risultano subito visibili e fruibili.

Un dettaglio importante da tenere in considerazione quando si analizza questo tipo di heatmap è quanto tempo gli utenti trascorrono su determinate sezioni della pagina durante lo scrolling. Questo può essere un indicatore della rilevanza e interesse per determinati contenuti che possono essere ottimizzati al fine della conversione.

Conclusioni 👇

Abbiamo visto quanto è importante saper leggere e analizzare queste tre tipologie di heatmap trasversalmente e, soprattutto, quanto è fondamentale riuscire a mettere insieme tutti gli insight per trovare le soluzioni migliori da applicare in ottica di miglioramento delle performance della pagina.

Concludo condividendovi un paio di consigli su come giocare con le heatmap 🧐

  • Se hai degli obiettivi specifici in una pagina web, confrontali con la relativa heatmap. Ad esempio, se vuoi che gli utenti facciano click su una determinata CTA, assicurati che la heatmap mostri una maggiore attività in quella determinata zona.
  • Utilizza le informazioni della heatmap per apportare miglioramenti alla pagina. Sposta gli elementi, ridisegna le aree di interesse e testa nuove disposizioni per massimizzarne l’efficacia.

Buona analisi a tutti! 🚀

Nome Cognome

Michele Mansutti

CX Designer